E' una IST provocata da un batterio chiamato Haemophilus ducrey. Molto rara da noi (ufficialmente in Italia da anni non ci sono casi descritti), è più frequente in Africa ed in pochi altri Paesi: si contano 7 milioni di casi l’anno in tutto il mondo. Il rischio riguarda quindi soprattutto i viaggiatori.
Attraverso i rapporti sessuali anali, orali e vaginali; è possibile la trasmissione da persone infette che non hanno sintomi.
La persona colpita presenta ulcere molto dolenti ai genitali, talvolta con ingrandimento dei linfonodi inguinali. Si può osservare anche dolore all’ano e sanguinamento; inoltre l’uomo può avere perdite uretrali e la donna perdite vaginali.
Possono formarsi fistole, ovvero piccoli buchi nei tessuti intorno ai genitali, da cui fuoriesce pus o liquido.
Questa IST aumenta fino a 7 volte il rischio di acquisire o trasmettere il virus dell’HIV durante un rapporto sessuale non protetto; la cura di questa IST nei soggetti sieropositivi è più difficile.
Una diagnosi precisa è abbastanza difficile e la malattia può sembrare identica all’herpes o alla sifilide; tuttavia in centri specializzati può essere confermata da esami speciali fatti sul liquido che trasuda dalle ulcere. La cura è a base di antibiotici e si guarisce in circa due settimane.
Tutti i partner con i quali si sono avuti rapporti nei dieci giorni precedenti andrebbero avvisati, avviati ad un controllo medico e trattati anche se non hanno disturbi. E’ necessario astenersi dai rapporti sessuali sino alla fine della terapia per evitare una re-infezione.
Il sesso sicuro previene il contagio e il preservativo, in particolare, offre una discreta protezione anche se non totale.